Beep, beep, beep, beep… Ma che accid… Beep, beep, beep… Ma come funziona sto cac… Beep, beep, beep… Spingi quel pulsante… Beep, beep, beep.
Ma ‘sta chiave a cosa serve? Non c'è neanche il buco??!! Beep, beep, beep… Prova a premere i pedali… Beep, beep, beep… Niente, non si accende! Beep, beep, beep… Houston abbiamo un problema!
No, non è la NASA, e non siamo neanche in Texas, siamo a Mezzana, in Val di Sole, in Trentino Alto Adige, in un parcheggio vicino al fiume Noce.
E l'aggeggio che non parte, non è il modulo di allunaggio che non si stacca dall’astronave madre, ma solo la macchina di Nick, dotata di quelle diavolerie moderne, lo start e stop, che se non hai tre lauree non riesci a usare, che la chiave serve solo ad attaccarci il portachiavi!
Boia, ma io non sono fermo ad un semaforo, devo partire da un parcheggio per andare in paese ad acquistare lo strudel e la sacher per questa sera… ancora un po’ e la pasticceria chiude!
Dov’è Nick? In albergo a fare la doccia?! Come fare, senza torte non so stare??? Non posso spostare il camper per andare in paese, mi arrestano! E ora?
Si avvicina il maggiore della progenie, scuotendo il capo irritualmente biondo (sì, perché molti ragazzi del team slalom e della nazionale giovanile, per gioco, si sono “invertito” il colore dei capelli: biondi e castani chiari son diventati mori e i mori son diventati biondi… beata gioventù!) e, con un tono di compatimento, mi dice: “Devi tener premuta la frizione”.
Facile a dirsi, meno a facile a sapersi, se guidi abitualmente una familiare del 2001 con 160.000 km, che va a carbonella.
Comunque parte, l’unico pensiero è: e si mi fermo a uno stop, a un passaggio pedonale… lei riparte?
Fortunatamente arrivo al supermercato e senza soluzione di continuità: penne zucchine e speck, carnazza in padella, verdura mista, e strudel e sacher (buoni e molto meno cari che in Südtirol!).
Si svolgono i Campionati Italiani Senior di canoa slalom e noi siamo qui con il team, i Bedas, Campo, Beppe e Paola e Cippo Pedro e Nick, che purtroppo non corrono più con noi, ma sono stati, sono e saranno sempre dei nostri.
In giornata si sono svolte le qualifiche, non è andata a male e questa sera si festeggia, gli atleti a letto presto però, domani si corre per i titolo “grossi”, quelli più prestigiosi.
Siamo sul Noce, dicevo, gran fiume, gran campo di gara e gran gara: grazie a gli sforzi di Emanuele Petromer e del Rafting Kayak Canoa Club Val di Sole, che dopo tanti anni ci hanno riportato qui, dove, tanto tempo fa, hanno organizzato anche i Mondiali.
Gli atleti sono a nanna, noi, terminato il prosecco, attacchiamo il teroldego offerto da Paola e Beppe, per eliminare l’impalugamento causato dalla sacher e, mentre siam lì a dissertare del Club, dei ragazzi e della vita, si avvicinano due ombre.
Una voce timida ci apostrofa: “ Ci offrireste un bicchier di vino… paghiamo anche” e accompagna il fraseggio allungando una mano che offre qualche moneta.
“Ma stai scherzando? Pagare per un goccio di vino, fin che ce n’è si divide!” Si siedono e vai con il rosso locale e scopri che uno dei due è uno chef, trasferito qui da Bologna quando era piccolo.
Viene dal Borgo, da Borgo Panigale, ha visto la scritta Canoa Club Bologna sui gazebo e si è avvicinato: qui in un parcheggio in culo al mondo, sulla fondovalle del Noce, ma sapeva di non sbagliare!
Si parla e ci sconosce, a ruota libera, sarà lo spirito di noi zingari della canoa, sarà lo spirito del teroldego, la serata scorre lieve e vellutata… oppure è solo la lingua impastata.
Gran week end, iniziato ieri, dopo un viaggio ai 120/125 km/h con il camper, per arrivare in tempo prima della chiusura del campo di gara, lì sì che mi pareva di essere su un’astronave: 3 ore scarse da Casalecchio a Mezzana, 300 km bevuti d’un fiato, così come i relativi 100 euro di gasolio!
Passando per il paese, ancora in tensione per il record di guida, transitiamo vicino a un parco giochi e sento un ululato reiterato: “Guidooooooo! Guidoooooo! Sarà un bambino che non da retta, tornante, scalo… “Guidoooo, Guido Malossi!!!!
Ma sono io, è me che cercano, guardo fuori e vedo un bionda alta che si scapicolla per il prato agitandosi… ma, ma è la Maggie, Margherita Giordani, ex segretaria del Club, trasferitasi qui con Simone “Bechis” Piazza, istruttore di canoa, guida rafting e aspirante maestro di snow board!
La Maggie, grande! Ci aspettava, quanto tempo, la sua bambina l’avevo vista a Bologna, un pezzo della mia vita e della vita del Club: due ragazzi del Club che hanno fatto una scelta di vita, controcorrente, trasferiti qui anni fa, via da Bologna a far quello che desideravano.
Li ho visti crescere e ora sono grandi, con una figlia meravigliosa, chissà com’è Simone.
Simone Piazza, era un talento nello slalom e nella canoa in generale, genio e sregolatezza: terzo ai Campionati Italiani Junior sul Brenta, tanti anni fa, uno dei primi piazzamenti pesanti del Club, e dopo un agosto passato al mare, senza allenarsi, se avesse continuato… ma la sua vita era un’altra.
Baci e abbracci rapidi, siamo su un tornante, e ci si vede al campo del Club più tardi.
Non faccio tempo a fermarmi che i ragazzi, già cambiati, scendono al volo per provare il fiume, mentre arriva la Maggie che racconta.
Ho visto passare il furgone del Club, l’ho seguito e quando si è fermato ho chiesto ai ragazzi che scendevano: “Chi guida, c’è un certo Malossi?” “Certo, è lui” e mi hanno indicato un ragazzo di vent’anni… Meeeee, il figlio di Guido, ma quanto tempo è passato!?
Altri baci e altri abbracci e ci si vede domani, sul campo di gara, Simone, tra l’altro, è uno degli incaricati del salvamento.
E domani, sabato, è gara, con le qualifiche per accedere alle finali di domenica: non va malaccio, qui non si scherza, il fiume è tosto, la concorrenza anche di più: ci sono tutti i nazionali, i corpi militari, i professionisti dello slalom, gente che ha partecipato e o vinto Olimpiadi, Mondiali ed Europei!
Cippo e Pedro e Nik passano senza problemi, vorrei vedere, loro corrono per il podio.
Tra i nostri giovani c’è selezione, ovvio, ma è sempre un’esperienza importante.
Peccato per Marcello, ancora junior, 10° in C1, ne passavano 7, e per Greg e Denny, pure loro junior e al primo anno, 7° posto in C2 e ne passavano 5.
Nel K1 accedono agevolmente alla finale Marcello, Davide e Luca e Luca e Davide anche in C2.
Tra una foto e l’altra vedo Simone, alto e longilineo, ci abbracciamo: due mani che paiono quelle di un coltivatore diretto, la pagaia rovina, una barba e un bulbo selvaggi, quasi da guru.
E’ lui, il volto segnato dalla vita all’aria aperta: ci si racconta, coma va il Club, ho visto i tuoi figli, Giamma (Gianmarco Piazza, il fratello, stessa scelta di vita, ma il Val d’Aosta) come sta, con lavoro come ve la cavate… è passato del tempo e guardarci in faccia dopo anni ce lo fa capire, ma sembra quasi di esserci lasciati ieri.
Domenica, maledetta domenica: fugge in un lampo, domani si torna al lavoro e le cose, purtroppo, non vanno proprio come speravamo e come speravano i ragazzi.
Finale della gara più importante del 2013: manche unica, secca, quel minuto e quaranta senza respiro in cui ti giochi tutto, senza possibilità di recuperare, un tocco di palina, un errore di traiettoria, un arrivar lungo, anche di poco, su una risalita e tutto è compromesso.
Si parte con il C1: Pietro fa una bella gara, ma sbaglia un approccio e deve fare un 360 che, per quanto veloce, gli fa perdere decimi preziosi; è primo, al momento, ma devono scendere i due favoriti che corrono per il podio.
Parte Cippo, non fa penalità, ma non è velocissimo, chiude con 1.43.23, è davanti a Pietro di soli 76 centesimi e Pietro ha commesso un errore, sarà durissima per l’oro.
E’ il turno a Colazingari e Roberto non sbaglia la gara, Campione Italiano C1 slalom 2013, 2° Cippo e 3°Pietro.
Poi il K1 senior, qui ce ne sono tre dei nostri, Luca, March e Dave: non si corre per il podio (dovrebbero battere campioni olimpici, mondiali e europei, atleti che lo fanno per mestiere), l’obiettivo è cercare di entrare nei primi dieci.
Parte Marcello, lo vedo bello sciolto, ma su una dritta, all’apparenza semplice, è lievemente fuori traiettoria, allunga il busto e il collo, ma la testa non è tutta dentro la luce della porta: 50, inequivocabile, sono di fianco all’arbitro, non ci son dubbi, l’ho pure fotografato.
Questa porta, in apparenza semplice, condizionerà la gara di molti altri atleti, forse era un po’ alta e non dava un punto di riferimento preciso, forse tutti l’hanno sottovalutata.
March è convinto d’averla fatta, con il cuore ancora a 200 pulsazioni s’arrabbia, ma c’è poco da fare: in gara sei quasi in trance, è solo istinto e sensazioni che ti fanno muovere, se ti fermi a pensare quel che devi fare sei finito.
I ragionamenti li fai prima, fuori dall’acqua, e quando sei lì, talvolta, la tua scelta si rivela sbagliata, basta passare pochi centimetri più in là che l’effetto ottenuto non è quello che avresti desiderato e non sempre riesci a rimediare.
Peccato era un discreto tempo, che valeva un 11° posto senza il 50.
Parte Luca, fa un tocco, una gara onesta, compatibilmente con il suo scarso allenamento causa maturità: sarà 12° alla fine.
Poi tocca a Dave… ma non arriva, eccolo, pagaia tranquillo, ma non tira come sa fare, cosa è successo?
Alzo gli occhi e uno dei ragazzi che l’ha seguito sul percorso mi dice che si è fermato alla porta tre, poi è ripartito.
Corro trafelato al traguardo: è addolorato, nell’entrare nella morta della risalita tre, ha agganciato e la spalla gli è uscita. Sublussazione, è rientrata e, solo grazie all’adreanalina, ha finito la manche, ma non ha tirato.
Ripetendo più volte la parola che Cambronne pronunciò a Waterloo, dovendosi arrendere agli Inglesi, lo accompagno all’ambulanza.
Ghiaccio, per qual che serve, e solitudine: si allontana, vuol star solo, farsene una ragione, capire come sta, sentire cosa gli dice il suo corpo.
Come sta? Bene no di certo e non è solo il dolore fisico, è la testa che pensa, che ti sei fatto male, che hai subito un trauma e ciò provoca paura e angoscia.
E oggi deve affrontare ancora due gare, in C2 e gara a squadre e in entrambe potrebbe andare a podio… e la prossima settimana ci sono i suoi campionati, quelli under 21 e under 23, tra soli sette fottuti giorni.
Il lunedì non alzava il braccio, non riusciva neanche a guidare: antidolorifici e antinfiammatori, elastici, dolore e stretching e la settimana dopo ha vinto quatto titoli italiani: C2 Under 21 e Under 23 con Luca e K1 Under 21 e Under 23 con Luca e Marcello.
Chapeau! Questo è attaccamento al Club, questo è sacrificio, questo è sentirsi parte di un team.
“Ok, stai seduto, non sforzare, se non te la senti non correre”, cosa dici ad un ragazzo di vent’anni che è qui per divertirsi e si ritrova ferito.
Nella confusione del momento mi perdo o quasi il resto della gara, Molmenti non è quello delle Olimpiadi, solo 4°, giù dal podio: giovani leoni ruggiscono e incalzano il Campione, Vince Lukas Mayr, una scheggia, secondo Giovanni De Gennaro, che aveva un tempore e che solo una scheggia avrebbe potuto battere e 3° Andrea Romeo.
Dopo poco parte il C2, Davide riappare e dice che ci prova, non forzerà, vuol testare il braccio per la vedere se riesce a partecipare alla gara a squadre
Peccato, anche qui un podio ci poteva scappare.
Luca e Davide partono e Luca deve dare oltre il massimo, per compensare Davide: fan quel che possono, ma saranno solo, si fa per dire, quarti.
Li seguo su tutto il percorso e al traguardo sono seri, ma Davide, nonostante il dolore, mi dice che vuol fare la gara a squadre.
Sono sollevato, magari il danno fisico non è grave, ma non si può mai sapere, l’adrenalina pompa e può portare far danni maggiori.
Risalgo verso il traguardo, peccato, mi son perso la gara di Pedro e Nik e di Cippo e Benetti in C2: se i risultati dell’anno verranno confermati, il podio dovrebbe essere questo, nell’ordine…
Al traguardo sono ancora in canoa: vedo Pietro che guarda verso monte, lo sguardo assente e Nick, dietro, è piegato in due, gesticola e parla.
I terzi si complimentano con Cippo e Benetti: hanno vinto loro, contro il pronostico.
E io, come sono messo? Contento per Cippo e dispiaciuto per Pedro e Nik… di fatto è così, e ciò mi crea una grande confusione: si può gioire e al contempo rammaricarsi, amici fuori e avversari in acqua, ma qui ci si fa del male tra di noi!
Gara a squadre, in K1 la Marina Militare i Forestali si contenderanno i primi due gradini del podio, i nostri, spalla da Davide a parte, sarebbero da 3° posto, speriamo!
I nostri scendono puliti e abbastanza veloci, considerando l’infortunio di un’ora prima, non toccano, e in gara a squadre vai bene se non tocchi.
Ecco i Forestali: Molmenti, De Gennaro e Paolini, varie medaglie di pregio in manifestazioni continentali e mondiali, sono davanti, ma toccano un paio di porte e il distacco dei nostri si riduce, si fa per dire a soli otto secondi.
Parte la marina Militare: Cippo, Romeo e Raiba, e anche qui, in fatto di medaglie, non si scherza proprio.
Tirano come i Forestali, ma non toccano… se la giocano di sicuro, anzi, con due tocchi i Forestali rischiano grosso.
Arrivano compatti alla porta 14 che tanti hanno saltato (per me, e non solo per me, anche Molmenti, ma l’hanno graziato, forse non si aspettavano che lui potesse commettere quell’errore; come quando Meneghin, uno dei più forti centri italiani di basket difendeva: bussava come un fabbro ferraio, ma non usciva mai per falli… condizionamento psicologico), la risalita prima, la 13, l’affrontano da manuale, escono uno a destra e uno a sinistra, alternati per non intralciarsi e via verso la 14 dritta.
Romeo e Raiba sono in traiettoria e passano bene, ma Cippo è in ritardo, si vedeva già dall’uscita della 13 in risalita: tra la 13 e la 14 c’è un bel macigno coperto quasi completamente dall’acqua e devi passarci di fianco, se ci passi sopra rischi danni alla canoa e rallenti.
Sono attimi, frazioni infinitesimali di vita, sono dietro all’arbitro e vedo tutto perfettamente: Cippo accelera i colpi per andare verso sinistra, tiene la punta quasi monte per traghettare ma, prima della porta, c’è l’incavo tra due creste di onda e ci devi finire dentro per forza, qui l’acqua è veloce e se non lo centri in pieno, la porta la salti.
Continua a pagaiare, ma è fisicamente impossibile che riesca a recuperare: per un attimo, che a me è parsa un’eternità, ci siamo guardati negli occhi e mi è parso di cogliere, in quell’azzurro, la consapevolezza che avrebbe sbagliato, quasi una muta richiesta di aiuto.
E’ stato terribile, ve lo posso assicurare, istintivamente con il corpo ho “spinto” verso sinistra, quasi lo potessi spostare, ma ha mancato la porta di quasi un metro.
50, gara compromessa, titolo italiano saltato.
Sì perché, a parte il 50, avevano fatto percorso netto e il tempo era migliore di quello dei Forestali.
Meee… e così i nostri boys sono arrivati secondi!
Evvaiiii, grande, ma Cippo?? Vi assicuro che il suo sguardo me lo ricorderò per un pezzo…
Un déjà vu del C2: contentissimo per i nostri ragazzi, oooohhh, secondi al Campionato Italiano Senior, mica cotica, ma, per i valori in campo, erano da terzo posto, il secondo è fortuna, un errore degli altri.
E dispiaciutissimo per Cippo, i nostri corrono per “divertirsi”, lui lo fa anche per lavoro.
La gara era anche nazionale per gli Junior e non se l’è cavata male Anita, 3° in K1 e 1° in C1, correva da sola, ma è stata anche l’unica che è scesa per il Noce in canadese!
Un panino con Simone e la Maggie, poi le premiazioni di rito, i nostri ragazzi a fianco dei Campioni e poi tutti a casa.
Non prima di farci tastare da uno dei tanti rivenditori di mele della zona… come fai a non fermarti davanti a quelle distese di cassette di mele colorate!
Appena colte, dai nostri campi, prima mangia le royal gala, poi le golden e infine le renette, ottime per far le torte… e una cassetta di nettarine nooo? Guardi, un regalo. Signora (cioè Cristina), e un pezzo di pane integrale con i semi, fatto da noi...
Un regalo: sarà stata la stanchezza, la tristezza del ritorno, mi son fatto fregare: 57 euro, le mele a 1,5 euro al kg (ora alla Coop a 89 cent!!) e il pane 8 euro al kg.
Fortuna che era un regalo… non si finisce mai di imparare.
Compreso a cosa serve la chiave della macchina di Nik: beep beep e la macchina prende vita e si apre, gli specchietti si posizionano, le frecce lampeggiano, lo schienale ti massaggia la schiena, il poggiatesta ti pettina e dal cruscotto escono 500 euro.
Beep beep, 1.000, non male, beep beep, 1.500 euro… il modello però, non ve lo dico, beep beep, 2.000!
La Federazione Italiana Canoa Kayak ha attivato sul proprio sito la piattaforma per le segnalazioni attinenti il Safeguarding Policy.
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