Sabato 22 marzo
ore 9,30: ritrovo al Club.
ore 9,31-10: carico canoe, chiacchiere e cazzeggio.
ore 11-11,30: ritrovo a Ponte Samone.
Sin qui sono stato testimone oculare o mi attengo a quanto stabilito nel programma.
Da qui in poi è tutto ipotetico, un puro volo di fantasia, un'ipotesi forse azzardata… ma probabilmente verosimile!
ore 11,31-15,30/16: saluti, chiacchiere e cazzeggio, organizzazione recupero auto, chiacchiere e cazzeggio, recupero auto, chiacchiere e cazzeggio, definizione gruppi e accompagnatori, chiacchiere e cazzeggio.
Discesa da Ponte Docciola a Ponte Samone: 7 km di 2°, 2°+, 18/20 m3, acqua smeraldina, paragonata da qualche blasfemo all’Isonzo… 20 partecipanti, 0 bagni… quindi, poche chiacchiere!
Tutto mooooolto bene e tutti mooooolto divertiti.
ore 16,00 – 17,30/18: sbarco, chiacchiere e cazzeggio, merenda con molte chiacchiere e molto cazzeggio.
ore 18-19: trasferimento dal Pastore, chiacchiere e cazzeggio.
ore 19,30 - 22,30: cena dal Pastore, molte chiacchiere e poco cazzeggio… qui si mangia.
22,30 - 24 e forse ben oltre: rientro al campo base, chiacchiere e cazzeggio a oltranza.
24,00? 1.00? Chi può dirlo? A nanna.
Nel frattempo a Bologna fioccano gli sms e decido di andare anch’io, Paolina mi passa a prendere, Matte Monguz è della partita, Susan la carichiamo al Club.
Domenica 23 marzo
Da qui in poi si torna alla solida e granitica realtà del cronista.
8,50: Paolina è sotto casa, piove e il cielo è grigio, carichiamo e partiamo poche chiacchiere e nessun cazzeggio.
9,15: siamo al Club e Max Stik mi avvisa che l’idrometro del Panaro segna sui 100 m3… in crescita! Il corso di canoa lo faranno sul Santerno, al momento secco e quasi non navigabile. Tempo pazzo… il Reno è lì, verde e pulito, non si è mosso di un millimetro da ieri.
9,10-9,30: comunicazioni convulse con la base operativa del fior d’acqua al Sayonara: notizia confermatissima, fiume enorme e acqua color marrone in crescita, in diversi tornano a Bologna e altri non scenderanno.
Ci faremo un giro, arriva Matte e si va.
10,15/10,30: arrivo al Sayonara (mmmm, però è bello altino - pensiero mio, niente chiacchiere) e raggiungiamo il campo base.
10,031-11,00: saluti, chiacchiere e cazzeggio, compare un bel sole e il gruppo si sfalda (al sole), molti rientrano, altri restano ma non scendono… chessifa? Scoltenna, Leo, Panaro che tratto… molte chiacchiere e molti dubbi.
Moreno, dopo aver ricordato una decina di discese che ha effettuato nei 6 continenti, propone il tratto finale del Leo e il primo tratto del Panaro sino alla pizzeria Boschetto, 5/6 km veloci, belle onde, qualche buchetto da evitare con cura: andiamo a vedere.
Dall’alto non pare nulla di che, ma da vicino il Leo corre... però corre davvero, oh, hai visto se corre… (a occhio ha la stessa acqua dello Scoltenna)
11,30: poche chiacchiere, il sole splende, l’aria è calda e si va: Matte, io e il Magrone.
Si sente solo il rumore dell’acqua e qualche rombo più sordo, prodotto da qualche sasso spostato dalla corrente: mi imbarco
E paaaaaaarrrrrtttttooooo… però, tira quest’acqua dice Matte; il Magrone è serio.
Zero chiacchiere e zero cazzeggio: onda, banana, buco, onda, onda, onda bella grossa, onda, buco, banana.
Ci fermiamo in una morta: prendiamo fiato, consiglia il Magrone. Giusto, penso io, qui ci vuol del gran bel braccio e io non ne ho per niente.
Riiiiipppppaaaarrrtttiiiiiaaaammmmoooo: onda, onda, onda grossa, buco, banana, buco, buco, onda, onda, onda, onda bella grossa, onda, banana, buco, onda bella grossa.
Altra morta: ma non è che arriviamo prima di Moreno e C. che ci seguono lungo la fondovalle?
Vvvvvaaaaaiiiiii, onda, onda, onda, onda, la confluenza, onda, onda, onda, onda e li vediamo con le macchine sulla… onda grossa, buco, banana, onda, onda, buca… riva che ci salutano.
Altra morta, la 3° (Matte ne ha prese 3 in più… 30 anni di differenza, una in meno per ogni decade in più) e vaaaaaiiiii di nuovo, onda, onda, onda, onda, quasi piatto, onda, bella grossa… poi l’arrivo.
Ho perso la cognizione del tempo, non ho idea di quanto tempo siamo stati in acqua, mi è parso un secolo, razionalmente so che non è passato molto tempo, ma la continuità del fiume e il livello costante di attenzione che richiedono certe situazioni mi ha fatto letteralmente estraniare dalla realtà.
Che ora è? 11,50: la discesa è finita, Matte ha un sorriso da orecchio a orecchio (si è divertito e se si è divertito lui, figuratevi noi) e anche il Magrone sorride… o forse è una emiparesi facciale da tensione; 20 minuti in tutto, 6/7 frasi scambiate in 3 (poche chiacchiere) per 5/6 km, 4/5 minuti in morta, quindi 15/16 in canoa di pagaiata e controllo quasi costante del kayak, diciamo quasi tutto un 3° d’acqua, bellissime onde, anche i buchi, tutti evitabilissimi, non erano male, di sicuro non tenevano, vista la velocità dell’acqua, ma abbiamo preferito non verificarlo di persona.
Acqua molto scompigliosa in certi tratti, con banane laterali di ritorno create dall’acqua respinta dalle rive nei tratti con pareti più alte, che si formavano e scomparivano ritmicamente, curve da tagliare all’interno (all’esterno non era consigliabile) onde alte che, in diversi casi toglievano la visuale… e se dietro c’è un buco?
Qualche via del pollo l’ho presa, non c’è da vergognarsi, tagliando alcune rapide non proprio chiarissime da leggere.
Sbarco e cambio: chiacchiere, ma neanche tante, sono più gli altri: oh, eri sparito dentro…, ma come fate…, c’era quel buco…; non è facile neanche rivere le emozioni, è stato tutto troppo rapido… di certo, stante il mio precario stato di forma fisica, questo è il massimo che ora posso fare, oltre sarebbe un azzardo, troppo continuo, per il mio fiato, un fiume in piena.
12,30/45 – 14,30: spuntino tipico a fior d’acqua, pastasciutta, salumi e vini vari, tonnofagiolicipolla, latteria del Friuli (trattasi di formaggio) e, dulcis in fundo (il dolce arriva alla fine), colomba con sopra spalmato il Tiramisù di Tarcisio (entrambi in maiuscolo), il tutto condito e mischiato con tantissime chiacchiere e tantissimo e meritato cazzeggio (di solito non amo “perder” tempo, mi conoscete, ma oggi si stava proprio bene, lì in riva al fiume, con il sole sulla faccia, tra gli amici a mangiare, ridere e scherzare… oddio che stia diventando un fiorellino anch’io?).
Caffè e sambuca in piedi, al banco da Moreno, ultime chiacchiere e pazzeggio e a casa.
In macchina poche chiacchierezzzzzz, la Paolina guida e io mi ingubbio: la stanchezza o la sambuca (non assumo superalcolici, ma oggi ci stava)?
15,30: al Club, un’occhiata ai lavori, un’occhiata al lungo Reno, molte chiacchiere (progettuali) e poco pazzeggio, il Magrone ride. Saluti e a casa.
15,56: accendo il computer...
Sabato 22 marzo
ore 9,30...
PS idrometeorologico:
Il Panaro, a ponte Samone, alle 4,00 di questa mattina era a -0,76 cm (16/18 m3), alle 11,00 era a + 0,17 cm (sui 100 m3), cioè è salito di 93 cm in 7 ore e a ponte Samone è discretamente largo.
Il Reno, alla Chiusa, è salito di 55 cm in due ore, dalle 13,30 alle 15,30
Max e Giò, sono scappati sul Santerno per il corso di canoa: secco bresco, il tempo di fare colazione, sono usciti dal bar ed era in piena.
Cose da pazzi… ma no, il clima non sta cambiando nooooo.
Photo by courtesy Piergardini.it
Purtroppo non esistono foto della discesa, la velocità dei canoisti era tale che tutte le foto sono venute mosse… siamo spiacenti per l'inconveniente
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